Alfred Hitchcock

BIOGRAFIA

 

 

 

 

                                      "Due fatti sono ovvi: tutti 

                                              conoscono Alfred Hitchcock

                                              e nessuno lo conosce"

                                              - John Russel Taylor -

 

L'assenza di fatti eclatanti, traumi evidenti, episodi e vicende ambigue e controverse rende ancora più interessante e misterioso questo geniale regista dall'animo complesso e dalla psiche contorta.

La sensazione, guardando tutti i suoi film, è che si assista a una costante trasposizione sullo schermo di dinamiche mentali perverse e tortuose, per poi scoprire che l'autore è un semplice uomo borghese di origini semplici, con una semplice famiglia ed una semplice vita. Il fascino perverso della semplicità.

Hitchcock nasce il 13 agosto del 1899 nel borgo londinese di Leytonstone, terzo figlio di una famiglia cattolica di grossisti di frutta.

Il padre, cattolico osservante, provvede ad impartirgli un'educazione cattolica, "cosa che in Inghilterra rappresentava quasi un'eccentricità". (Alfred Hitchcock in François Truffaut, Il cinema secondo Hitchcock, p. 23.) Spesso Alfred accompagnava il padre sul carretto con i cavalli nel giro di consegna delle merci ai clienti e ai negozi della zona. Da regista Hitchcock ha spesso inserito nei suoi film questi ricordi e gli ambienti della Londra della sua infanzia; in particolare in Il pensionante e in Frenzy.

Il padre di Alfred era molto rigido e severo. Racconta il regista, sempre nella famosa intervista a Truffaut:

« Avevo forse quattro o cinque anni ... Mio padre mi mandò al commissariato di polizia con una lettera. Il commissario la lesse e mi rinchiuse in una cella per cinque o dieci minuti dicendomi: "Ecco che cosa si fa ai bambini cattivi!". - E lei che cosa aveva fatto per meritare questa punizione? - Non ne ho la minima idea. Mio padre mi chiamava agnellino senza macchia. Veramente non riesco ad immaginarmi che cosa abbia potuto fare. »

(Alfred Hitchcock in François Truffaut, Il cinema secondo Hitchcock, p. 23).

Il motivo dell'innocente arrestato e imprigionato ingiustamente ricorre molto frequentemente nei suoi film e appare il tentativo di esorcizzare quel trauma infantile.

Si potrebbe perfino dire che tutta la filmografia di Hitchcock appare come il tentativo di esorcizzare una severità e durezza paterna che, presumibilmente, nell'infanzia, avevano castrato ogni sua capacità creativa, ogni possibilità di rivelazione libera e spontanea di sè. Ogni film di Hitchcock, potrebbe apparire come una costante ed estrema espressione di un'energia libidico-aggressiva, in risposta ad un'educazione inflessibile e ad un Super-Io rigido e giudicante. Rimane il dubbio, però, che il solitario, introverso e silenzioso piccolo Alfred, abbia precocemente creato una sceneggiatura su alcuni episodi della sua infanzia, come la paura suscitata dalla dura e severa educazione impartita dai convittori del St. Ignatius. Nella famosa intervista a Truffaut, gli episodi salienti raccontati dal regista, citati come cause e motivazioni profonde dell'angoscia che poi lui trasponeva nelle sue opere, avvallate dallo stesso Hitchcock, "restano, a ben vedere, sospesi tra il serio e l'ironico, tra credibilità ed esagerazione e non riescono mai a dissipare del tutto il sospetto che sospetto che possano essere anch'essi una delle tante burle che il nostro amava giocare ai suoi interlocutori" (G. Simonelli).

Sgnificativa, invece, la grande passione per la fotografia e per tutto ciò che ha a che fare con carte topografiche, mappe, e percorsi ferroviari, che colleziona e conosce in modo maniacale. Da qui il suo enorme interesse per i viaggi in tutto il mondo, che unì con le esigenze di lavoro in accurati sopralluoghi, finalizzati alla scelta delle ambientazioni, sempre attente e ricercate, come, del resto tutti i dettagli dei luoghi che, attraverso minuziose inquadrature, diventano rivelatori di retroscena e di elementi fondamentali per la risoluzione del mistero e dell'intrigo della trama.